Il Vitigno
Negroamaro
Deriva il suo nome dal dialettale niuru – maru, che già di per sé evoca il colore nero della spessa buccia ed il retrogusto amarognolo del vino.
E’ un vitigno estremamente versatile per le varie tipologie di vinificazione, ma sembra che sin dall’antichità, e per tradizione consolidata, sia il rosato la sua migliore e più fine espressione.
Gli antichi Messapi, infatti, appresero dai greci il metodo della “lacrima”, che consisteva nel ricavare il mosto fiore dalla delicata pigiatura di un sacco pieno di uva a bacca nera: un sistema di pressatura soffice ante litteram!
Oggigiorno, proprio per la sua alta acidità e con le moderne tecniche di vinificazione, il Negroamaro è forse la varietà italiana più vocata alla vinificazione in rosato.
La spumantizzazione con metodo classico di un’uva dotata di queste caratteristiche rappresenta l’ultima frontiera dell’enologia meridionale, e l’esperimento iniziale è diventato una riuscitissima realtà.